Il progressivo addio al poliaccoppiato con l’alluminio: ecco perché è ora di cambiare
Le innovazioni sono utili quando semplificano la complessità. Riciclare confezioni con diversi strati di materiali diversi è complesso e spesso l’utilizzatore finale non sa come smaltirle. Purtroppo l’alternativa è solo una: gettare l’involucro nell’indifferenziata, poiché i poliaccoppiati non sono riciclabili.
È per questo che sempre più aziende del settore alimentare (ma anche del farmaceutico, del cosmetico, ecc.) decidono di utilizzare soluzioni più ecologiche, ma che consentano allo stesso tempo una barriera protettiva ideale in quanto a shelf-life e sicurezza.
È il caso per esempio del PET metallizzato ad alta barriera. Il PET è una resina termoplastica adatta al contatto alimentare che finora è stato utilizzato per realizzare bottiglie e packaging rigidi. Ora un trend del mercato, sempre più attento alla riciclabilità dei packaging, ha permesso la diffusione del pet metallizzato in un formato flessibile.
Questi nuovi packaging “aluminium free” permettono di apportare nel settore diverse innovazioni:
Prima innovazione: questo speciale PET unisce la flessibilità della plastica con l’isolamento dell’alluminio, ma senza utilizzare due materiali differenti.
Seconda innovazione: la lavorazione del PET metallizzato ad alta barriera impatta pochissimo sull’ambiente e il suo riciclo è efficace. Il materiale che viene lavorato è uno solo (e non due come nel caso delle confezioni tradizionali) e questo semplifica tutti i processi, sia di progettazione sia di realizzazione e riciclo.
Terza innovazione: il PET metallizzato ad alta barriera offre una barriera d’ossigeno che permette di individuare le molecole e di bloccarle. In questo modo si crea una barriera con l’atmosfera esterna comparabile solamente ai materiali poliaccoppiati barrierati (PET laminati o altri compositi).